Queer Vision - nona edizione - dal 5 novembre 2019

Siamo arrivati alla nona edizione della rassegna dedicata al cinema LGBT*, organizzata dall'associazione Pianeta Milk Arci/Arcigay di Verona grazie all’imprescindibile supporto del Multisala Rivoli. In questa edizione ci sarà anche l'importante collaborazione con il SAT (Servizio Accoglienza Trans di Verona e Padova). 
Da Martedì 5 novembre, al Multisala Rivoli di Piazza Brà, alle 21.30 riprende l'appuntamento con “Queer Vision”, l'unica rassegna veronese dedicata a film, cortometraggi e documentari a tematica lgbt* (lesbo, gay, bisex, trans), giunta alla sua nona edizione. Il circolo Arci/Arcigay Pianeta Milk ha scelto, anche per quest'edizione, quattro titoli molto diversi fra loro, che trattano alcune delle tematiche di cui da tempo si occupa: Rapporti familiari e intergenerazionali, pregiudizio, pericolosità delle terapie riparative, omogenitorialità, nuove famiglie e transessualità, emancipazione. 


MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 
LA MIA VITA CON JOHN F. DONOVAN
Titolo originale: The Death and Life of John F. Donovan di Xavier Dolan (USA 2018)Un decennio dopo la morte di una stella televisiva americana, un giovane attore ricorda la corrispondenza scritta che ha condiviso con lui, nonché l'impatto che queste lettere ebbero sulle loro vite.
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MARTEDÌ 12 NOVEMBRE
L'UNIONE FALLA FORSE

di Fabio Leli (ITALIA 2019)
Il 5 giugno 2016 è entrato in vigore il decreto Cirinnà che riconosce giuridicamente la coppia formata da due persone dello stesso sesso. L'iter per arrivare all'approvazione della legge ha sollevato numerose polemiche, soprattutto per quello che riguardava la questione della stepchild adoption che doveva permettere di adottare il figlio naturale del proprio partner, punto che poi è stato stralciato insieme all'obbligo di fedeltà. Fabio Leli, attraverso l'autoproduzione e il crowdfunding, ha realizzato un documentario che, da un lato segue due famiglie omogenitoriali, mostrandone la quotidianità, dall'altro si confronta con degli esponenti dei movimenti per la famiglia cosiddetta "naturale" e contro le teorie gender.
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MARTEDÌ 26 NOVEMBRE

CLOSE - KNITdi Naoko Ogigami (GIAPPONE 2017)
La madre dell'undicenne Tomo vive d'espedienti fino a che decide di rinunciare alla figlia. Tomo, ormai sola, si trasferisce dallo zio Makio. Questo vive con la sua fidanzata Rinko che, nato uomo è ora un transessuale e lavora come badante. Tomo inizialmente è un po' confusa dalla situazione ma poi inizierà a vivere con la coppia come fossero una calorosa famiglia. Una dramedy dai tratti lievi e surreali sul potere degli affetti, della famiglia e del lavorare a maglia!
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MARTEDÌ 3 DICEMBRE
LA DISEDUCAZIONE DI CAMERON POST

di Desiree Akhawan (USA 2018)
Cameron Post è una studentessa di liceo con un grande segreto: la cotta per l'amica Coley, della quale nessuno deve venire a conoscenza, poiché da quando i genitori della ragazza sono morti lei è cresciuta con la zia Ruth, assidua lettrice della Bibbia convinta che l'omosessualità sia una malattia. Quando dunque Cameron viene scoperta a fare sesso con Coley durante il ballo di fine anno, zia Ruth la spedisce dritta dritta al God's Promise, un centro religioso di "diseducazione" all'omosessualità.
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LA MIA VITA CON JOHN F. DONOVAN - 5 Nov.2019


MARTEDÌ 5 NOVEMBRE
LA MIA VITA CON JOHN F.DONOVAN
Regia di Xavier Dolan. Un film con Kit Harington, Natalie Portman, Jacob Tremblay, Susan Sarandon, Kathy Bates. Titolo originale: The Death and Life of John F. Donovan. Genere Drammatico - USA, 2018, durata 123 minuti. Distribuito da Lucky Red.

Proiezione: Ore 21:30
MULTISALA RIVOLI - PIAZZA BRA, 10 - VERONA
(Mappa)


Rupert Turner ha otto anni e una passione smisurata per John F. Donovan, star della televisione americana e supereroe sul grande schermo. Fan irriducibile, avvia con lui una corrispondenza regolare che nasconde a tutti, anche alla madre, giovane donna in ambasce che prova a ricostruirsi una vita. Il segreto non sfugge però al bullo della scuola, che ruba le lettere di Rupert scatenando la sua ira e la reazione sproporzionata dei media. Ma Rupert è più forte di tutto, perfino del suo idolo di cui segue le tracce diventando un attore altrettanto affermato. Una celebrità che adesso si confessa al microfono di una giornalista scettica a cui racconta la sua vita con John F. Donovan. Due epoche, due continenti e due storie, La mia vita con John F. Donovan comincia al principio degli anni 2000 in America ma viene raccontato dall'Europa una decina di anni più tardi iniziando dalla fine: la morte del personaggio principale. Flashback e narrazione all'imperfetto, voce off e modalità tragedia attivata. Lontano da Montréal per la prima volta e alla conquista di un nuovo territorio, Xavier Dolan convoca una rosa di star (Kit Arrington, Natalie Portman, Susan Sarandon) e punta (a) Hollywood. Perché La mia vita con John F. Donovan è un film sulla celebrità e sulla tossicità della gloria. Ma è pure un racconto sulle virtù dell'idolatria, di fatto il co-protagonista è un bambino che ammira istericamente il divo del titolo. L'ammirazione di Rupert per John F. Donavan evoca quella di Dolan per Leonardo DiCaprio. Bambino-attore negli anni Novanta col poster-boy in cameretta, a soli otto anni scrisse una lettera rimasta senza risposta all'attore americano. Ed è ancora lui a nascondersi dietro a Donovan, star della televisione a disagio con la notorietà e costretto a dissimulare la propria omosessualità per non intaccare la sua immagine pubblica. L'intero film rimanda incessantemente al suo autore e alla sua filmografia, dalla struttura in flashback di Laurence Anyways alle canzoni pop, dalle discussioni in macchina sotto la pioggia alle fughe, dalla relazione madre-figlio alla violenza che cova nel romanzo familiare, dalla lotta per affermarsi alla ricerca di conforto in una figura ideale. È soprattutto quest'ultimo motivo a scandire La mia vita con John F. Donovan, concentrato sulla suggestione che emanano i modelli, siano questi illusori come gli eroi della televisione o reali come le proprie mamme, e sull'eredità che lasciano dopo la loro dipartita.



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L'UNIONE FALLA FORSE - 12 Nov.2019

MARTEDÌ 12 NOVEMBRE
L'UNIONE FALLA FORSE
Regia di Fabio Leli. Un film Genere Documentario - Italia, 2019, durata 107 minuti. Distribuito da Effe Cinematografica.

Proiezione: Ore 21:30
MULTISALA RIVOLI - PIAZZA BRA, 10 - VERONA
(Mappa)


Il 5 giugno 2016 è entrato in vigore il decreto Cirinnà che riconosce giuridicamente la coppia formata da due persone dello stesso sesso. L'iter per arrivare all'approvazione della legge ha sollevato numerose polemiche, soprattutto per quello che riguardava la questione della stepchild adoption che doveva permettere di adottare il figlio naturale del proprio partner, punto che poi è stato stralciato insieme all'obbligo di fedeltà. Fabio Leli, attraverso l'autoproduzione e il crowdfunding, ha realizzato un documentario che, da un lato segue due famiglie omogenitoriali, mostrandone la quotidianità, dall'altro si confronta con degli esponenti dei movimenti per la famiglia cosiddetta "naturale" e contro le teorie gender. L'unione falla forse unisce interviste, filmati delle giornate family day, dichiarazioni di chi si batteva contro l'approvazione della legge, animazione, ironia e soprattutto cerca di sollevare una riflessione contrapponendo due universi molto diversi. La giornata tipo di due famiglie arcobaleno che vivono la propria vita: i giochi dei bambini, i capricci, le risate, l'educazione, il lavoro e l'impegno di un nucleo che formerà i cittadini di domani. Poi uomini e donne che si battono contro tutto questo, fondando le loro teorie su dogmi religiosi, false credenze scientifiche ormai superate e convinzioni del tutto arbitrarie, uomini e donne che vorrebbero negare il diritto alle persone dello stesso sesso, non solo di sposarsi, ma persino di amare e di... esistere. Fabio Leli racconta uno spaccato d'Italia che oggi più che mai non smette di odiare e urlare contro. Nonostante l'approvazione di questa legge, l'omofobia continua ad abitare nelle case di molte famiglie, a insidiarsi tra i banchi di scuola, attraverso i social e non cessa di fare vittime. Il documentario ci dà uno strumento per riflettere, seppure in maniera un po' naif, osservando i momenti di felicità di famiglie omogenitoriali che vivono il loro diritto alla normalità e a essere considerati al pari di tutte le famiglie. Presentato in anteprima nazionale al 34° edizione del Lovers Film Festival dopo essere passato per diversi festival in tutto mondo, L'unione falla forse non deve soltanto avvicinare, come diceva il regista, chi alcune necessità e situazioni decide di non vederle, ma cercare di sollevare delle domande sui diritti civili, in questo caso LGBT, ma soprattutto sul diritto di tutti di avere la possibilità di essere felice. Diviso in capitoli, il documentario ci fa sorridere anche grazie a un montaggio che fa dialogare le controparti mostrando un confronto. Sono le immagini e le parole così affiancate che ci fanno pensare, ridere, arrabbiare. Il film, con il gioco di parole del titolo è un richiamo a unirsi per essere più forti, attraverso l'educazione, l'apertura e la tolleranza.

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CLOSE - KNIT - 26 Nov. 2019

MARTEDÌ 26 NOVEMBRE
CLOSE - KNIT
Regia di Naoko Ogigami. Un film con Tôma Ikuta, Eiko Koike, Kenta Kiritani, Mugi Kadowaki, Lily, Misako Tanaka. 
Titolo originale: Karera Ga Honki de Amu Toki Wa
Genere Drammatico - Giappone, 2017, durata 127 minuti.

Proiezione: Ore 21:30
MULTISALA RIVOLI - PIAZZA BRA, 10 - VERONA
(Mappa)


La madre dell'undicenne Tomo vive d'espedienti fino a che decide di rinunciare alla figlia. Tomo, ormai sola, si trasferisce dallo zio Makio. Questo vive con la sua fidanzata Rinko che, nato uomo è ora un transessuale e lavora come badante. Tomo inizialmente è un po' confusa dalla situazione ma poi inizierà a vivere con la coppia come fossero una calorosa famiglia. Una dramedy dai tratti lievi e surreali sul potere degli affetti, della famiglia e del lavorare a maglia!

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LA DISEDUCAZIONE DI CAMERON POST - 3 Dic. 2019

MARTEDÌ 3 DICEMBRE
LA DISEDUCAZIONE DI CAMERON POST
Regia di Desiree Akhavan. Con Chloë Grace Moretz, John Gallagher Jr., Sasha Lane, Forrest Goodluck, Jennifer Ehle
Titolo originale: The Miseducation of Cameron Post.
Genere Drammatico - USA, 2018, durata 90 minuti.


Proiezione: Ore 21:30
MULTISALA RIVOLI - PIAZZA BRA, 10 - VERONA
(Mappa)


Cameron Post è una studentessa di liceo con un grande segreto: la cotta per l'amica Coley, della quale nessuno deve venire a conoscenza, poiché da quando i genitori della ragazza sono morti lei è cresciuta con la zia Ruth, assidua lettrice della Bibbia convinta che l'omosessualità sia una malattia. Quando dunque Cameron viene scoperta a fare sesso con Coley durante il ballo di fine anno, zia Ruth la spedisce dritta dritta al God's Promise, un centro religioso di "diseducazione" all'omosessualità.

"Gli ospiti del centro, tutti adolescenti attratti da persone del loro stesso sesso, vengono "riprogrammati" partendo dal presupposto che essere gay sia peccato e che l'età adulta sia la stagione in cui ci si deve disfare di tutto quanto di trasgressivo si è commesso durante l'adolescenza."
 Perché "tutto ciò che sembra divertente alla vostra età è in realtà il nemico", nonché una manifestazione del Maligno. La diseducazione di Cameron Post è basato sul best seller omonimo di Emily Danforth, che ha rivelato l'esistenza di queste realtà "educative" tollerate dalle autorità statunitensi, anche se al loro interno i diritti umani diventano "privilegi" da conquistarsi al prezzo della negazione della propria identità. La regista americana di origine iraniana Desiree Akhavan, figlia di rifugiati dalla rivoluzione khomeinista e reduce dal successo del suo lungometraggio di esordio, Appropriate Behavior, entra a gamba tesa in quello che ormai è un genere cinematografico a sé, ovvero la storia di reclusione, e tiene evidentemente come faro guida Qualcuno volò sul nido del cuculo. Anche qui infatti c'è una "infermiera Ratched" sadica e crudele, e gli ospiti del God's Promise comprendono tanto i ribelli quanto i collaborazionisti quanto gli anelli deboli della catena. Il personaggio più tragico di La diseducazione di Cameron Post è Rick, una sorta di capo scout armato di chitarra e buone intenzioni che è a sua volta un omosessuale "diseducato". Ma il film di Desiree Akhvan, vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Sundance (e lo stile del racconto è perfettamente aderente a tutti i topos del cinema indie americano), non è una tragedia perché i toni, nonostante il contesto drammatico, sono conditi di ironia: quella che Cameron e due suoi amici all'interno del campo religioso riescono a mantenere di fronte alle difficoltà.

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