Anche quest'anno Arcigay Pianeta Urano Verona si prepara alla Giornata della Memoria del 27 gennaio con alcune speciali iniziative culturali, per rendere omaggio (e in un certo senso anche rendere giustizia) a tutte le persone omosessuali come noi nate nell'epoca e nel posto sbagliati e per questo rimaste vittime di regimi dittatoriali che hanno calpestato la loro dignità di esseri umani e hanno negato loro il diritto alla felicità, e prima ancora alla vita. Regimi spietati di stampo nazifascista, come nella Germania degli anni '30, di cui tratteremo durante una serata di discussione al Centro Milk lunedì 23 gennaio dalle 21, quando restituiremo la voce a vittime dimenticate (perchè scomode) e spesso costrette al silenzio persino dopo la Liberazione: le voci dei "triangoli rosa", gli omosessuali internati nei campi di concentramento nazisti, torturati e umiliati unicamente a causa della loro diversità. Ma non dimenticheremo le vittime dei regimi comunisti, che non sono stati meno crudeli nei confronti di gay e lesbiche, sebbene di queste realtà si parli ancora meno e le informazioni scarseggino (vergognosamente!). Venerdì 20 gennaio dalle 21.30 sarà quindi la volta di Cuba, che nonostante le recenti svolte in senso liberale, che ne hanno fatto un Paese se vogliamo pure più avanzato dell'Italia in tema di diritti civili, ha per decenni condannato gli omosessuali ai lavori forzati. Quale migliore occasione che l'avvicinarsi della Giornata della Memoria per affrontare il tema, grazie ad un film del 2000, Prima che sia notte?
Sinossi [vedi http://www.cinemagay.it/schede.asp?IDFilm=1586]:
Reinaldo Arenas nasce nel 1943 nella provincia di Oriente di Cuba. Dopo
un'infanzia di povertà assoluta, a 14 anni viene raccolto ed educato
dalla rivoluzione. A venti anni pubblica il suo primo romanzo destinato a
restare l'unico uscito nel suo Paese. Il manoscritto del suo secondo
romanzo viene censurato, esce da Cuba, arriva in Francia dove vince il
premio come miglior romanzo straniero nel 1969. La pubblicazione di un
libro senza il permesso del governo castrista lo fa diventare un
ricercato e un braccato. La condizione di omosessuale, che Arenas non
nasconde, aggrava la sua situazione nei confronti dell'autorità. Nel
1973 viene arrestato e, dopo la confisca del suo lavoro, portato nella
prigione di El Morro. Qui passa due anni, insieme a criminali comuni,
scrivendo lettere alle mogli e alle amanti degli altri detenuti. Dopo un
tentativo di evasione, passano ancora anni difficili, prima che arrivi,
nel maggio 1980, il permesso da parte di Castro a omosessuali, malati e
detenuti comuni di lasciare Cuba. Tra i 250.000 che lasciano l'isola
c'è anche lui. Arenas arriva a New York, ma la sua vita è tutt'altro che
felice. Ridotto a vivere modestamente e isolato da tutti, consumato
dall'Aids, Arenas muore nel 1990.
Info: daniele@arcigayverona.org
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