Mercoledì 12 Gennaio proiezione "Brotherhood" di Nicolo Donato
FLASH: Una storia d'amore e identità. Lars lascia l'esercito ed entra a far parte di un gruppo neonazi, che organizza raid punitivi contro arabi e omosessuali. L'apprendistato alla 'fratellanza' è duro e Lars viene affiancato dal mentore Jimmy incaricato di testarne l'affidabilità e la preparazione sui testi fondamentali stile Mein Kampf. Imprevedibilmente, tra i due scoppia la passione. Un'amore vissuto in segreto, finchè alla fine le regole razziste e violente del gruppo metteranno gli amanti di fronte all'inevitabile contraddizione: tradire i 'fratelli' di ideologia o tradire l'altro e i propri sentimenti. Qualunque sia la scelta, porterà dritti alla violenza, fisica o mentale. (Roma Film Festival)
È innanzitutto una storia d’amore» spiega Donato. «Ispirata al film di Rosa Von Praunheim "Men, heroes and gay nazis". Puoi essere in disaccordo con la gente riguardo alle proprie idee ma non puoi giudicarle dal colore della loro pelle. È difficile amare tutti ma penso che si debba almeno provarci. Quello che ho appena detto è in effetti un po’ tardo-hippy ma è sicuramente vero che dobbiamo rispettarci a vicenda. La violenza è un tabù, in realtà. Dimostra poca intelligenza. Queste frange radicali mi danno da pensare. Ricorrere alla violenza è la dimostrazione che se si ricorre ad essa, ci si appella a una sorta di diritto ad essere violenti: queste persone hanno tentato di risolvere i loro problemi in altri modi fallimentari e si sentono senza potere. Ecco perché si arriva all’atto violento. Riguardo allo stile del film, bisogna avere rispetto del mezzo. Si può provocare e rompere le regole ma bisogna amarlo e rispettarlo: è meglio che attenersi semplicemente alle regole insegnate dai libri di cinema. Amo Von Trier ma anche Gus Van Sant e il linguaggio cinematografico non si può cambiare». (Gay.it)